Europa e Cina: un gioco pericoloso
Dr. Mario Giovanni Figlioli — MARKETING AND BUSINESS — KULASSA–HERMES UNIVERSITY — INFINITY — ARKON OMNIA

L’introduzione di dazi fino al 45% sulle auto elettriche cinesi da parte dell’Unione Europea ha innescato una risposta rapida e mirata da parte di Pechino. Settori chiave per l’economia europea, come il lusso e l’automotive, sono ora sotto attacco.
L’industria del lusso, simbolo di eccellenza per Francia e Italia, rischia di perdere miliardi. Marchi come Louis Vuitton, Gucci e Prada, particolarmente popolari in Cina, stanno già registrando cali significativi in borsa. Analogamente, il settore automobilistico europeo, con giganti come Volkswagen e Stellantis, è stato colpito da una combinazione di ritorsioni cinesi e calo della competitività.
Protezionismo: un’arma a doppio taglio
La mossa europea di imporre dazi, seppur giustificata per contrastare i sussidi cinesi, potrebbe ritorcersi contro. Trump, noto per la sua retorica “America First”, ha dimostrato che il protezionismo può danneggiare anche chi lo applica.
Come sottolinea la storia, il protezionismo estremo, come durante la Grande Depressione, tende a rallentare l’economia globale. A peggiorare le cose, il conflitto commerciale tra USA e Cina del 2018 ha già mostrato quanto siano costosi tali scontri: una riduzione del PIL globale dello 0,2% e perdita di posti di lavoro a livello internazionale.
Quali scenari per l’Italia?
L’Italia, che aveva firmato importanti accordi di cooperazione con la Cina nel settore automobilistico, ha visto tutti i progetti sospesi dopo il suo sostegno ai dazi europei. Questo lascia un vuoto che rischia di non essere riempito, specialmente con la rilocalizzazione della produzione in Paesi con costi inferiori come il Marocco.
Le aziende italiane del lusso, del vino e della moda devono ora prepararsi a una contrazione del mercato cinese. Tuttavia, esistono strategie per mitigare i rischi e cogliere nuove opportunità.
Strategie per affrontare il nuovo ordine mondiale
- Diversificazione geografica: Esplorare nuovi mercati meno esposti alle tensioni tra Cina, Europa e Stati Uniti, come il Medio Oriente, l’Africa e l’America Latina.
- Riposizionamento strategico: Rafforzare la produzione e il marketing interno per competere a livello locale senza dipendere da mercati esterni.
- Innovazione tecnologica: Puntare su soluzioni di intelligenza artificiale e blockchain per ridurre i costi e migliorare l’efficienza produttiva.
- Collaborazioni transatlantiche: Trump 2.0 potrebbe rappresentare una nuova opportunità per rafforzare i legami con gli Stati Uniti, seppur con un approccio bilanciato per evitare sovraesposizioni.
Conclusione: una scacchiera in continuo movimento
La globalizzazione è stata un motore di crescita per decenni, ma oggi ci troviamo a gestire le conseguenze di un mondo sempre più frammentato. L’Europa, l’Italia inclusa, deve essere pronta a muoversi con rapidità e lungimiranza su questa scacchiera globale.
Come imprenditore o investitore, il mio consiglio è di rimanere informati e preparati a riorientare strategie e risorse verso mercati e settori emergenti. La capacità di adattarsi sarà ciò che distinguerà chi prospera da chi soccombe.